Liguria, tutte le misure della prima legge sul gaming per contrastare la ludopatia
(Articolo tratto dal sito http://www.ilvelino.it/it/article/2015/03/02/liguria-tutte-le-misure-della-prima-legge-sul-gaming-per-contrastare-la-ludopatia/3185fdbd-67e7-4a06-9f4e-91b7ebc6f3fb/ del 02 marzo 2015)
Dalla distanza di 300 metri dai luoghi sensibili, alle sanzioni fino al trattamento terapeutico dei soggetti malati di Gap.
A quasi tre anni dalla sua approvazione il VELINO ripercorre i punti salienti della legge sul gaming approvata dalla Liguria, prima regione italiana a dotarsi di una normativa sulla materia. “La presente legge, nell’ambito delle competenze spettanti alla regione in materia di tutela della salute e di politiche sociali, detta norme finalizzate a prevenire il vizio del gioco, anche se lecito, e a tutelare determinate categorie di persone, oltreché a contenere l’impatto delle attività connesse all’esercizio di sale da gioco sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull’inquinamento acustico e sulla quiete pubblica”. Declina così nell’art. 1 le finalità della legge n. 17 il legislatore regionale ligure emanando le misure relative alla “Disciplina delle sale da gioco” (30 aprile del 2012, in vigore dal 2 maggio successivo). Quello della giunta Burlando è stato in assoluto il primo provvedimento regionale in materia di gioco pubblico, se si eccettua la provincia di Bolzano, la cui normativa risalente addirittura al 1992, è stata poi legittimata negli anni da numerosi interventi sia del TAR che del consiglio di Stato.
La disciplina ligure prevede che l’installazione degli apparecchi da intrattenimento debba rispettare la distanza minima di 300 da una lunga lista di luoghi sensibili individuati dallo stesso legislatore: “l’esercizio delle sale da gioco e il gioco lecito nei locali aperti al pubblico sono soggetti all’autorizzazione del Sindaco del Comune territorialmente competente” – recita l’articolo 2. In materia di comunicazione e pubblicità del gioco d’azzardo prevede un divieto per la promozione dell’apertura e dell’esercizio stesso delle sale slot/VLT con sanzioni che vanno dai 1.000 e 5.000 €. Previsti corsi di formazione per i gestori e stringenti obblighi informativi per prevenire la diffusione del GAP. Come primo intervento legislativo non ha previsto il sistema delle agevolazioni fiscali legate alla dismissione degli apparecchi stessi (con i conseguenti “marchi no- slot” che invece sono stati adottati da altre regioni), né in questo provvedimento, né nel successivo, cioè la legge n.18 in vigore dal 17 maggio 2012 che reca invece specificamente “Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico”. Un provvedimento collegato al primo che si concentra su “prevenzione, trattamento terapeutico e recupero sociale dei soggetti affetti da sindrome da gioco d’azzardo patologico (GAP)”. L’obiettivo era favorire “l’accesso delle persone affette da dipendenza dal gioco d’azzardo a trattamenti sanitari ed assistenziali adeguati”; “l’informazione e l’educazione sulle conseguenze derivanti dall’abuso patologico del gioco d’azzardo”; promuovere “attività di formazione e aggiornamento del personale che si occupa dei problemi legati al GAP”. Il tutto di concerto con le “organizzazioni del privato sociale, senza scopo di lucro, e delle associazioni di auto-mutuo aiuto” che già sul territorio erano impegnate a prevenire o a ridurre i problemi del GAP.
La Liguria è stata la prima regione a specificare che il “trattamento terapeutico del GAP e delle eventuali patologie correlate” rientrasse “nella competenza dei Dipartimenti delle dipendenze istituiti presso le Aziende sanitarie locali” che dovevano dotarsi di “un nucleo operativo specializzato nel trattamento terapeutico del GAP”. A presidiare sull’attuazione della normativa l’Osservatorio regionale sul GAP, la cui partecipazione è prevista tassativamente a titolo gratuito e che “relaziona annualmente sull’esito del monitoraggio svolto nell’ambito delle attività terapeutiche prestate ai soggetti affetti da GAP; formula proposte e pareri alla Giunta” e doveva “istituire un numero verde finalizzato a fornire un servizio di assistenza e consulenza telefonica per la cura e la prevenzione del GAP”. La normativa ha puntato molto sul ruolo delle campagne informative di prevenzione e sulla “sorveglianza sanitaria” necessaria nelle case da gioco attraverso proprio “un’area dedicata all’informazione sulle attività di prevenzione con riferimento ai nuclei operativi previsti presso i Dipartimenti delle dipendenze istituiti da ciascuna Azienda sanitaria locale”.