Alcool e adolescenti, danni irreparabili
(Articolo di Elisa Corni tratto dal sito http://www.trentino-suedtirol.ilfatto24ore.it/index.php/benessere/2557-alcool-e-adolescenti-danni-irreparabili del 03 aprile 2015)
SCIENZA – Il consumo di alcool nell’età dello sviluppo, soprattutto se frequente, comporta modifiche irreversibili allo sviluppo cerebrale.
Questa la preoccupante conclusione cui è giunta l’Università dell’Illinois grazie a uno studio compiuto a livello cerebrale, genetico e comportamentale in ragazzi e adolescenti. Perché l’alcool, a quanto pare, non mina solo lo sviluppo cerebrale, ma implica anche una serie di effetti di lunga durata sui geni e sul comportamento.
Il fenomeno noto come binge-drinking – le abbuffate alcooliche delle quali si sente sempre più spesso parlare – e altri comportamenti di consumo a rischio hanno riguardato nel 2013 più del 13% dei ragazzi tra gli 11 e i 15 anni di età. In generale il fenomeno è in crescita, e i giovani si avvicinano ad un età sempre più tenera alle sostanze alcoliche, come evidenziano le statistiche ISTAT.
Il recente studio guidato dallo psichiatra Subhash Pandey si è concentrato sulle conseguenze del consumo di sostanze alcoliche nell’età dello sviluppo. Secondo il ricercatore «le variazioni cognitive e comportamentali potrebbero essere la spiegazione del perché il binge-drinking sia all’origine di disordini psichiatrici in età adulta» come l’alcolismo.
La ricerca si è concentrata su giovani cavie da laboratorio, per verificare gli effetti a livello cerebrale del consumo intermittente di alcool. A quanto pare, l’esposizione sregolata all’alcool altererebbe irrimediabilmente l’azione dei geni necessari allo sviluppo cerebrale. Oltre a limitare lo sviluppo delle capacità cognitive, questa esposizione incentiverebbe il consumo di alcol in età adulta.
Queste modifiche sono a livello genetico, e possono anche essere permanenti, o comunque molto durature, come è emerso dalla ricerca di laboratorio. Alle cavie è stato somministrato alcol per due giorni di seguito, seguiti da due giorni senza sostanze alcoliche. Questo modello di somministrazione è stato ripetuto per due settimane.
Terminata questa fase, gli scienziati hanno dapprima osservato il comportamento dei topi per un certo periodo. È subito apparso che l’atteggiamento delle cavie era cambiato, e questo cambiamento tendeva a perdurare in età adulta. Maggior ansia e una propensione a consumare alcolici se a loro disposizione.
In un secondo momento, è stata analizzata l’amigdala delle cavie, e gli scienziati hanno potuto verificare che i cambiamenti comportamentali erano connessi a variazioni di ordine fisiologico. Questa ghiandola, parte del cervello di tutti i mammiferi, mostrava profonde variazioni di ordine genetico. La conclusione degli scienziati è che, in fase di sviluppo, l’alcool modifica lo sviluppo del cervello, compromettendone l’evoluzione regolare.
«A causa dell’alcool – secondo il dottor Pandey – il cervello non riesce a svilupparsi come dovrebbe, con irreversibili ripercussioni dal punto di vista comportamentale». Una terapia, sperimentata da Pandey e colleghi, consiste nella somministrazione di un farmaco che inibisce l’effetto dell’alcool sullo sviluppo cerebrale.
Ma, oltre a essere ancora in via di analisi, questa soluzione non sembra ancora essere quella adeguata. Il modo migliore per intervenire sul consumo di alcool nei giovani è quello della prevenzione e dell’educazione, perché purtroppo il consumo di sostanze alcoliche non ha effetti solo su chi lo consuma, ma su tutta la società.